di Tibet |

a- Crisi climatica.

La crisi climatica, avvertita in tutta la sua crudezza attraverso le periodiche catastrofi naturali, l’aumento della temperatura media, lo scioglimento progressivo dei ghiacci perenni e la siccità, è figlia dei comportamenti umani e del sistema economico che ha governato gli ultimi due secoli. L’Onu e gli scienziati che hanno studiato il fenomeno chiedono, entro irreversibilmente il 2030, un cambiamento drastico del modo di produrre e dei comportamenti umani. Senza il quale si precipiterà verso la catastrofe.

L’attuale sistema capitalistico finanziario dovrebbe riconvertirsi in termini di sostenibilità, sotto la guida degli Stati che inevitabilmente tornerebbero protagonisti dell’economia, attraverso una vera e propria programmazione economica d’orientamento socialista. Massicce iniziative di rimboschimento, investimenti per la desalinizzazione dell’acqua del mare ed impiego  della stessa  nei più svariati usi possibili, prevalenza del trasporto pubblico favorito da investimenti mirati, messa in sicurezza di più luoghi a rischio in caso di eventi climatici avversi. Insomma, una serie di urgenti e massicci investimenti, in primo luogo pubblici, che coinvolgano anche i privati e che solo una Politica socialista, nel senso più alto del termine, non certo il libero mercato, può progettare, coordinare e monitorare.

b – Crisi energetica, accentuata dalla guerra. Per il gas o… per l’acqua?

Il sistema capitalistico ha sovente risolto le sue crisi attraverso il ricorso alla guerra. Dopo Hiroshima, le guerre si sono localizzate, ma ora, lo spettro dell’atomica torna ad aleggiare da occidente ad oriente. L’attuale conflitto russo ucraino, per il possesso di territori affacciati sul mare (l’acqua sarà l’Oro del XXI secolo…), ha fatto esplodere la questione energetica ben peggio di quella che costrinse l’Occidente all’Austerity nel 1973. Il costo della luce e del gas s’è drasticamente impennato, anche per azioni di tipo speculativo, causando un innalzamento dei prezzi complessivi. Un inflazione a due cifre fa perdere potere d’acquisto allo sterminato esercito di ceti medi a reddito fisso che dovranno necessariamente comprimere ogni tipo di consumo. Con conseguenze recessive, disoccupazione, tensioni sociali e radicalizzazione dello scontro che troverebbe verso la destra estrema la sua più facile collocazione. Televisioni paludate e la rete, dove tutto è il suo esatto contrario, non riusciranno ad evitare il peggio. Il consumismo si rivelerà a quel punto una effimera tigre di carta.

Servono investimenti indirizzati alla riduzione di ogni tipo di spreco energetico. Al ricorso ad ogni forma di energia possibile, nessuna esclusa, tale da rendere sempre meno dipendente dagli altri il paese. Senza se e senza ma. Ricondurre sotto il controllo dello Stato il settore dell’energia. Insomma, una azione forte in totale rottura con l’indirizzo neo liberistico degli ultimi trent’anni.

c – Crisi del sistema sanitario.

Il sistema sanitario, dopo la trentennale opera demolitrice di stampo neo liberistico, implode attraverso gli equivoci del sistema. Pazienti in Codice rosso e verde accolti nel medesimo sito negli ospedali. Il ricorso ad assicurazioni private per avere subito prestazioni che altrimenti porterebbero a mesi d’attesa. Il paziente divenuto per le strutture sanitarie pubbliche praticamente un “cliente”. Regole aziendalistiche che mal si conciliano con la funzione costituzionale del diritto alla salute. La pandemia ha dimostrato che il ripetersi di eventi epidemici necessitano di azioni forti e coordinate dallo Stato. Che dovrà riappropriarsi del controllo dell’intero settore, prima di essere messo nuovamente alla prova. Allo Stato non deve interessare se avrà un costo ingente nella gestione delle sale di rianimazione, nei momenti dove non ci sarà bisogno. Perché ne avremo bisogno.

d – Crisi del sistema previdenziale.

Con il progressivo invecchiamento della popolazione, il sistema previdenziale ed assistenziale volge al collasso. Carenze evidenti di personale generano rallentamenti nei procedimenti mentre, come per la sanità privata, si apre una autostrada del sole per favorire i fondi assicurativi privati. “Mi pago la pensione integrativa perché lo Stato, tramite l’Inps, mi darà poco.” I pensionati rischiano di essere le vittime preferite degli effetti delle crisi indicate in precedenza.

e – Come affrontare tutto questo.

Nel punto più alto della crisi politica, dove le recenti elezioni italiane certificano la morte della sinistra, avvenuta ormai molti anni addietro in Europa nella rincorsa spasmodica al centro, ai ceti medi e ai loro valori, urge La necessità che debba costituirsi un partito d ‘ispirazione socialista costituito da cittadini, da qualunque parte provengano purché condividano i principi di solidarietà e giustizia sociale da sempre patrimonio del mondo socialista, che si faccia promotore di riforme tali da provare ad invertire la rotta. Prima che sia troppo tardi.