di Mauro Scarpellini |

Ringrazio dell’invito che l’Associazione Socialismo XXI secolo ha gradito e di essa confermo l’adesione della Presidenza nazionale; mi complimento per l’iniziativa molto importante. Devo spiegare perché un’Associazione politica ha aderito. Perché la nostra Associazione sta costituendo movimenti regionali – che saranno federati nazionalmente in un movimento nazionale o partito nazionale – basati su contenuti programmatici qualificati che siano caratterizzati:

– da forte socialità e temiamo che in autunno possa manifestarsi una crisi sociale,

– da forte tutela dell’ambiente senza no e senza si dati pregiudizialmente e per la realizzazione della transizione energetica,

– da forte valorizzazione delle esperienze comunali civiche, serie, non clientelari, per l’apporto che possono dare alla individuazione di bisogni e di soluzioni locali

– da forte valorizzazione delle politiche antirazziste e antidiscriminatorie, di ogni tipo e per i diritti civili e per le pari opportunità effettive,

– per la distensione e la pace di cui avvertiamo tutti l’importanza,

– per un’Europa non liberista, non in mano alla grande finanza speculativa, che non ripeta condizioni di lavoro non tutelate,

– per un recupero della partecipazione dei cittadini alle elezioni, alle scelte di movimenti e partiti; al recupero di fiducia e di impegno per il miglior funzionamento delle istituzioni e per la partecipazione al cambiamento ecologico,

– per spiegare che sovranismo e populismo sono medicine tossiche,

– per un adeguato ruolo di ricerca e istruzione pubblica ad ogni livello,

– per non subire le proposte di federalismo fiscale differenziato, un piano di discriminazioni a danno delle regioni del centro e del sud di cui raccomando di prendere coscienza.

Da questa sintesi nasce il complesso di valori e di programmi che chiamiamo di tendenza socialista e democratica, ambientalista, civica, popolare da cui il nome della nostra Associazione Socialismo XXI secolo.

Abbiamo scelto di impegnarci a riassumere e coordinare le idee in tutti i campi per avere buona politica, superando in avanti una settorializzazione che non è più funzionale, è parziale per definizione: solo i diritti civili, solo l’ambiente, solo l’energia, e così via. C’è un’interconnessione che richiede una visione complessiva della società. Uniamo i pezzi, perché tutte le tematiche siano evidenti e affrontate in una logica complessiva.

Siamo convinti che impegnarsi anche in modo qualificato per un solo problema, ma non all’interno di una visione politica complessiva, rischi di vanificare gli sforzi e gli impegni profusi.

Siamo partiti dal febbraio 2019, bloccati dalla pandemia, ora siamo in rilancio molto spedito in tutta Italia.

Nella nostra visione la transizione energetica – oltre ad essere una necessità – può essere il principale volano di sviluppo dell’Umbria per le attività che può mettere in movimento nei vari campi della produzione, per la protezione ambientale che può garantire e per le occasioni di lavoro che può creare.

L’Umbria ha potenzialità che sono determinanti a questo fine. Non restiamo indietro. Perfino l’aeronautica militare sta contribuendo con l’istituto che si occupa dell’inquinamento atmosferico e delle emissioni di CO2 del CNR al compimento della transizione. Sul caccia MX è già stato provato un combustibile sintetico, biologico, che rende prestazioni al motore e agli impianti identiche a quelle dei combustibili inquinanti.

La realizzazione della transizione energetica, con i suoi investimenti, avrà l’effetto del moltiplicatore keynesiano, cioè si potrà avere un aumento di reddito maggiore degli investimenti fatti, se si programma e si realizza.    

Dico al Professore Franco Cotana che il 20 maggio scorso, su TGR, ho goduto l’intervista-lezione sul perché e come la decarbonizzazione possa essere volano di sviluppo, di recupero, di innovazione, di occupazione qualificata. Ho condiviso considerazioni e arricchito conoscenze. Era completamente chiara e del tutto convincente e dovrebbe essere usata per informare i cittadini e gli attivisti politici e i volontari..

Il ruolo del bosco, dell’agricoltura e la produzione e l’uso dell’idrogeno verde prodotto da fonti rinnovabili sono funzionali alla transizione energetica insieme alle altre fonti rinnovabili note.
Tale visione dovrebbe comporre un progetto, un programma politico-gestionale regionale di rapida realizzazione.

Occorre passare dai convegni che parlano di politica agli impegni della politica. Io la penso così. Nella transizione sono coinvolti tutti i livelli istituzionali, a partire dai Comuni. E sono coinvolti i cittadini. Penso alle iniziative per le comunità energetiche locali che vanno bene per i vantaggi tecnici ed economici possibili – per la trasmissione dell’energia stessa, per l’efficienza, per i costi ridotti ed altro – e perché possono aiutare l’autonomia umbra all’interno di una sperabile aumentata autonomia energetica nazionale. Senza enfasi errate né illusioni, facendo i preventivi dei costi-benefici sempre, ad ogni livello.

Io confermo qui l’impegno culturale e politico della nostra Associazione, dei Sindaci e Consiglieri comunali e degli attivisti, a sostenere le linee e i progetti che vadano nella direzione di decisi impegni per realizzare una transizione ragionata e consapevole di utilità prossima e duratura.