“Europa, giustizia, libertà” nasce come strumento di elaborazione e di riflessione per tutti coloro che, nelle o al di fuori delle formazioni esistenti, abbiano in comune principi ed idee riassunti nella denominazione.

Nessuna identificazione quindi – come collettivo- con specifici partiti o componenti di partito, ma libertà assoluta per ogni aderente, nell’ambito di principi ed opzioni comuni. 

La prima: la Resistenza al nazifascismo come “Secondo Risorgimento” e motivo di orgoglio per l’intera Nazione. Una Resistenza intesa, amata e studiata, anche al fine di propagarne la comprensione ai troppi che – a partire dai giovani – nella povertà del dibattito attuale e nella insufficienza del ruolo che le scuole sono in grado di svolgere, poco e male conoscono.

Una Resistenza collegata nella sua interezza non solo ad una specifica componente, ma, appunto, plurale, prima nella opposizione al fascismo, poi nei lunghi anni bui, ed infine nella guerra di liberazione. 

Non siamo certo i primi a sostenerlo, e per questo riportiamo qualche citazione.

Diceva Alcide De Gasperi il 10 agosto del 1946 alla Conferenza di Pace di Parigi, reagendo alla sottovalutazione del contributo italiano alla vittoria sul nazifascismo: “Delle Forze? Ma si tratta di tutta la marina da guerra, di centinaia di migliaia di militari per i servizi di retrovia, del “Corpo Italiano di Liberazione”, trasformatosi poi nelle divisioni combattenti e “last but non least” dei partigiani, autori soprattutto dell’insurrezione del nord. Diciotto mesi durò questa seconda guerra, durante i quali i tedeschi indietreggiarono lentamente verso nord spogliando, devastando, distruggendo quello che gli aerei non avevano abbattuto.” 

Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Repubblica, il 25 aprile 2005 in piazza del Duomo a Milano: “un filo ininterrotto lega gli ideali e le gesta del Risorgimento alle imprese della Lotta di Liberazione e alla rinascita dell’Italia, che fu repubblicana, per libera scelta del popolo italiano”. E’ lo stesso giovane Ciampi che tanti anni prima aveva attraversato a piedi mezza Italia per riprendere il suo posto di ufficiale nell’esercito del Regno del Sud, e, repubblicano, rivendicava quella scelta.

E, a proposito di Europa, come non citare gli esuli, da Turati a Nenni, a Pertini, al Carlo Rosselli di “oggi in Spagna, domani in Italia” ed i confinati del “Manifesto di Ventotene” (Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, agosto 1941) che al secondo punto reca “ I COMPITI DEL DOPO GUERRA – L’UNITA’ EUROPEA”.

Servirebbero pagine e pagine solo per elencare i nomi….